Territorio

Itinerario Naturalistico

Un’immersione nei Parchi per rigenerarsi a contatto con la natura.

Nel territorio corinaldese, tra dolci colline che lentamente degradano verso il mare Adriatico, scorrono i fiumi Nevola e Cesano: è possibile fare delle passeggiate lungo i loro letti e trovarsi a contatto con una natura quasi incontaminata; nella valle del Cesano è possibile vedere la foresta fluviale, tronchi appartenenti al Pleistocene (50 mila anni fa), venuti alla luce grazie all’erosione del fiume. Non mancano poi zone verdi di particolare interesse naturalistico e spazi verdi attrezzati.

Cosa visitare nei dintorni

Grotte di Frasassi
Uno spettacolo unico al mondo

Monte Catria
L’Appennino in una montagna

Parco del Conero
Un’oasi naturale sul Monte Conero

Territorio

Itinerario Artistico Culturale

Un itinerario all’interno del centro storico

Alla scoperta dei palazzi nobiliari, dei musei, delle raccolte d’arte e dello splendido Teatro Carlo Goldoni, che prosegue fuori le mura con le ville di campagna e infine con le splendide città d’arte della nostra Regione.

Il palazzo Comunale

Costruito tra il 1784 e il 1791 è un notevole esempio di architettura neoclassica con un lungo loggiato prospiciente via del corso. In origine oltre agli uffici pubblici, ospitava la scuola, l’appartamento delle magistrature comunali, le aule del tribunale e la Cappella di Palazzo. Al piano terra è esposto il cannone di fico, utilizzato durante la rievocazione storica della Contesa del pozzo. Dal grande scalone si accede alla sala grande Arnaldo Ciani dove sono conservati i ritratti di alcuni concittadini nobili che hanno reso famosa Corinaldo. La collezione è visibile negli orari di apertura del palazzo municipale, dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00, martedì e giovedì anche dalle 15:30 alle 18:15.

Il Teatro Comunale Carlo Goldoni

Un gioiello di architettura civile, fu edificato tra il 1861 e il 1869 su progetto di Alessandro Pasqui di Firenze, con interventi degli ingegneri Francesco Fellini, Crescentino Quagliani e Achille Buffoni; presentava un sistema di sollevamento della platea a livello del palcoscenico, utile a creare un piano unico per feste da ballo e veglioni in maschera. Restaurato nel 2006 ha perso tutti i suoi marchingegni, dall’elevazione della platea alle macchine di scena. Nel periodo da dicembre a maggio di ogni anno vi si svolge la stagione teatrale, che richiama spettatori dai Paesi di tutta la provincia.

La casa del ‘400

Raro esempio di architettura minore, è la più vecchia abitazione di Corinaldo. Posta su tre livelli ospitava al piano terra la stalla, al primo piano la cucina e al piano superiore la camera comune. Inalterata è la facciata con le sue piccole aperture e la pertica posta su ganci di ferro. Attualmente è sede della Pro Loco di Corinaldo.

I palazzi nobiliari

Dal 1400 in poi, tutte le famiglie nobili di Corinaldo costruirono sontuose dimore a dimostrazione del loro prestigio. Queste residenze subirono nel corso dei secoli continui rifacimenti e abbellimenti, tanto da costituire spesso dei veri capolavori di architettura.
Palazzo Amati, di impronta Rinascimentale.
Palazzo Orlandi, di epoca tardo-rinascimentale.
Palazzo Cesarini-Grimaldi, al piano nobile vanta un raro soffitto “a ombrello”.
Palazzo Fata Ottaviani (Marcolini), massiccio edificio tardo seicentesco.
Palazzo Palma-Marangoni (ora Della Meraviglia), cinquecentesco, sulla facciata presenta rilievi in arenaria.
Palazzo Sandreani, con magnifico spigolo in laterizio sagomato da cielo a terra.
Palazzo Rossi Ricci, di epoca ottocentesca.
Palazzo Mazzoleni-Ciani, con originale portale d’ingresso.
Palazzo Ridolfi, dimora del noto pittore veneto.
Palazzo Cimarelli, dimora dello storiografo Vincenzo Maria Cimarelli.
Palazzo Sforza, gradevole dimora ottocentesca
Palazzo Brunori, che vanta pregi strutturali e panoramici.
Palazzo Cesarini Duranti, sec. XVIII.

Le ville di campagna

Dalla fine del XVIII secolo fino agli inizi del XX secolo, le famiglie nobili, costruirono le residenze di campagna o casini di caccia secondo le tendenze del tempo, spesso ristrutturando vecchi edifici posti nei loro possedimenti. Sono sempre dotate di giardini più o meno grandi dove fontane inserite in un contesto arboreo, spesso esotico, creano particolari suggestioni. Gli esempi più notevoli sono: le ville dei Conti Brunori in via S. Apollonia, la villa Grandi in viale Raffaello, Villa Venturoli Orlandi Romaldi in viale degli Eroi, le ville Sandreani a Madonna del Piano e S. Isidoro, la residenza di Campagna degli Agostiniani presso il Burello, ma soprattutto la villa dei conti Cesarini Romaldi (chiusa e non visitabile) con il parco eclettico in via del Montale.

I Musei
Civica raccolta d’arte Claudio Ridolfi

La pinacoteca di Corinaldo ha sede in alcuni degli spazi dell’ex convento dei Padri eremitani dell’ordine di Sant’Agostino. La raccolta artistica, costituitasi per gran parte in seguito alla soppressione degli ordini religiosi e al conseguente incameramento dei loro beni, comprende non solo numerosi dipinti di esclusivo soggetto religioso, ma anche preziose suppellettili di culto attinenti alle cosiddette “arti minori”. In particolare vanno ricordati diciotto splendidi reliquiari a busto in legno scolpito e dipinto, opera raffinatissima di intagliatori siciliani dei primi anni del 1600 e una bella croce processionale in argento sbalzato, datata 1615, proveniente dall’ex complesso agostiniano. A questi si sono aggiunte pale d’altare recuperate da chiese demolite nel corso dell’Ottocento e, infine, tele in deposito da altre chiese corinaldesi. Nella pinacoteca sono conservate opere di Ercole Ramazzani, di Giuseppe Bastiani, di Claudio Ridolfi, di Domenico Peruzzini e di Giuseppe Marchesi. Nei locali della pinacoteca sono esposte inoltre alcune opere della vastissima produzione di Nori de’ Nobili, artista marchigiana del ‘900, la cui passione per le arti figurative ha dato vita ad opere pittoriche di altissimo livello. La raccolta è aperta tutti i giorni con orario 10:00-12:30 e 15:30-19.00

Museo di Madonna del Piano e Parco archeologico Santa Maria in Portuno

La sala espositiva all’interno dei locali della chiesa della Madonna del Piano prevede dei percorsi didattici che vanno dalla ricostruzione dell’ambiente antico, alle attività produttive del periodo romano. Sono in mostra vasellame dell’epoca ed una stratigrafia degli scavi effettuati. Un settore è dedicato al monastero e a tutte le attività religiose, culturali e produttive. Alcune vetrine presentano una selezione di materiali ceramici, lapidei e di monete rinvenute durante gli scavi. Orari di apertura, a cura del Circolo ACLI di Madonna del Piano: giorni festivi 9:00-12:00 e 13:00-20:00, giorni feriali su appuntamento.

Sala del costume e tradizioni popolari

Ubicata nei locali sottostanti il Palazzo Municipale, conserva i vestiti indossati durante la revocazione storica della Contesa del pozzo della polenta. Gli abiti vengono realizzati ogni anno da sartorie rionali locali, sfilano una sola volta per poi venire esposti in questa sala, a documentare anno dopo anno l’evoluzione del costume del Cinquecento. Sono esposti inoltre attrezzi per la lavorazione delle stoffe. La Sala è aperta: dal 1° luglio al 31 agosto, dal lunedì al venerdì con orario 9:00-12:00 e 16:00-19:00, sabato e domenica con orario 10:00-12:00 e 17:00-19:00. Il resto dell’anno è aperta nel fine settimana su richiesta.

Cosa visitare nei dintorni

Urbino
Patrimonio mondiale dell’UNESCO

Recanati
Terra d’origine di Leopardi

Macerata
Arte e storia allo Sferisterio

Jesi
La città dell’Imperatore

Ancona
Una storia millenaria tra il Monte Conero e il mare

Un gioiello di architettura civile, fu edificato tra il 1861 e il 1869 su progetto di Alessandro Pasqui di Firenze, con interventi degli ingegneri Francesco Fellini, Crescentino Quagliani e Achille Buffoni; presentava un sistema di sollevamento della platea a livello del palcoscenico, utile a creare un piano unico per feste da ballo e veglioni in maschera. Restaurato nel 2006 ha perso tutti i suoi marchingegni, dall’elevazione della platea alle macchine di scena. Nel periodo da dicembre a maggio di ogni anno vi si svolge la stagione teatrale, che richiama spettatori dai Paesi di tutta la provincia.

Territorio

Itinerario Religioso

Città natale di Santa Maria Goretti

Corinaldo è una terra di spiritualità: il suo Santuario e ben dieci edifici religiosi all’interno o nelle vicinanze del centro storico testimoniano l’antico legame con la Chiesa e attirano pellegrini da tutto il mondo.
Chiesa della Madonna del Piano

È la chiesa più antica della diocesi di Senigallia: l’abside e i resti della cripta collocano l’edificio a cavallo tra il V e il VI secolo, ma il precedente toponimo “Santa Maria in Portuno” testimonia l’esistenza in quel luogo di un tempio pagano dedicato al culto del Dio Portuno. Nell’alto medioevo fu sicuramente il luogo sacro più importante del territorio corinaldese. Nell’abside si conserva una Maddalena ai piedi della Croce, opera di grande intensità espressiva di Claudio Ridolfi. I locali vicini alla sacrestia ospitano un museo che documenta la storia archeologica del sito.

Collegiata di San Francesco

Sede parrocchiale, la chiesa, dalla facciata incompiuta, è a croce latina ad un’unica navata con cappelle laterali, transetto sormontato da cupola ed abside. Costruita nel 1281 e rimaneggiata molte volte nel corso dei secoli, conserva tre dipinti di Claudio Ridolfi. Nella terza cappella laterale a destra è custodito un prezioso Crocefisso ligneo eseguito nel 1575 dallo scultore Donnino da Urbino. All’interno della collegiata è presente il fonte battesimale in cui è stata battezzata Santa Maria Goretti il 17 ottobre del 1890.

Santuario Diocesano di Santa Maria Goretti

Il Santuario è situato alla sommità del centro storico, facilmente individuabile per lo svettare del campanile sopra i tetti. A sinistra dell’ingresso sono presenti le spoglie mortali di Mamma Assunta deceduta a Corinaldo nel 1954, a destra quelle di Alessandro Serenelli. Nell’altare centrale in marmo bianco di Carrara, vicino ad una scultura lignea di Santa Maria Goretti è posizionata un’urna in argento contenente l’osso del braccio con il quale la Martire tentò di difendersi dal suo aggressore.

Chiesa del Suffragio

In Piazza del Cassero dove anticamente c’era la rocca di Corinaldo, troviamo la Chiesa del Suffragio eretta nel ‘600. All’interno troviamo una grande pala d’altare ad opera di Claudio Ridolfi. La volta a cupola con lacunari conserva un interessante pavimento in cotto decorato con motivi geometrici che riprendono il soffitto cassettonato.

Chiesa della Madonna Addolorata

La chiesa dell’Addolorata e il contiguo ex convento delle suore benedettine vennero innalzati nella seconda metà del XVI secolo. La chiesa è oggi a pianta centrale, con cupola e lanterna, ornata da un elegante e ricco interno rococò con tre altari e quattro porte lignee sormontate da tele raffiguranti santi benedettini. Nell’altare maggiore sono conservate la statua del Cristo morto e della Madonna Addolorata che vengono portate in processione per le vie della città la sera del Venerdì Santo. Nella cantoria lignea sopra la porta d’ingresso è situato il pregevole organo del 1766, opera di Gaetano Antonio Callido.

Campanile di San Pietro
Cedro Del Libano

Nell’omonima piazza, si innalza il campanile della non più esistente chiesa di San Pietro, demolita nel 1870 perché pericolante. Al suo posto troneggia un grande cedro del Libano, piantato, si narra, da un anticlericale, affinchè non vi si ricostruisse un altro edificio religioso.

Chiesa di Sant’Anna

La chiesa di Sant’Anna, patrona di Corinaldo, venne costruita nei primi anni del XVI secolo per opera dell’ordine ospedaliero del Santo Spirito. L’attuale edificio risale alla seconda metà del XVIII secolo e conserva il pregevole affresco della fine del XV secolo dove sono rappresentati Sant’Anna che tiene sulle ginocchia la Vergine che, a sua volta, regge il Bambino benedicente. L’opera è forse da attribuire al pennello di Francesco di Gentile da Fabriano, attivo nella zona tra la fine del XV e inizio del XVI secolo.

Chiesa della Madonna dell’Incancellata

È la chiesa dove Santa Maria Goretti si recava a pregare, soprattutto nel mese di maggio, dedicato alla Madonna. Costruita intorno ad un’edicola sacra raffigurante la Vergine che allatta il Bambino è da sempre meta di pellegrinaggio. L’attuale edificio risale alla fine del 1600.

Chiesa di San Giovanni Battista e convento dei Padri Cappuccini

Costruita agli inizi del Seicento, nel corso dei secoli non ha subito rilevanti modifiche, ma semplici lavori di manutenzione. La facciata è preceduta da un portico, l’interno è a navata unica con due cappelle a sinistra. Il complesso dell’altare maggiore che divide la chiesa dal coro è di grande effetto scenografico, l’insieme di colonne, capitelli, trabeazioni, cornici, elementi fogliari e conchiglie è di grandi dimensioni e racchiude al centro un Battesimo di Cristo di Ercole Ramazzani.

Chiesa di Santa Maria della Misericordia e le chiese di campagna

Sulla strada che congiunge Corinaldo a Castelleone di Suasa a circa due chilometri su un crinale che guarda la vallata del fiume Cesano si trova la piccola chiesa bianca di Santa Maria della Misericordia. è un tipico esempio di chiesa di campagna; altri si riscontrano a Madonna del Piano, a Sant’Isidoro, a San Vincenzo, a San Domenico, a Santa Apollonia, a San Bartolo di Corinaldo, a San Bartolo di Monterado e presso la Contrada Ville.

Santa  Maria  Goretti,  la Santa bambina

Maria Goretti nasce a Corinaldo il 16 ottobre 1890, in una famiglia di mezzadri. Riceve il Sacramento del Battesimo nella Chiesa di S. Francesco il 17 ottobre 1890. Molto devota, percorre ogni giorno a piedi un notevole tratto di strada per recarsi a pregare nella Chiesa dell’Incancellata. Nel 1896 Luigi Goretti, capofamiglia, mamma Assunta e i sei figli seguono il destino di tante altre famiglie, partono alla volta dell’Agro Pontino, alla ricerca di una speranza di vita. Il lavoro però è massacrante, anche per donne e bambini, e si vive tra privazioni d’ogni sorta. I Goretti abitano nella stessa casa con i Serenelli, anche loro marchigiani. In una afosa giornata di luglio, nella Cascina Antica di Ferriere di Conca, Marietta viene ferita mortalmente da Alessandro Serenelli che voleva abusare della sua innocente purezza. Maria muore il giorno dopo perdonando il suo assassino. è il 6 luglio del 1902. L’eccezionalità del fatto si diffonde in Italia e nel mondo. Mamma Assunta torna a Corinaldo e anni dopo, in un commovente incontro, perdona l’uccisore della figlia. Maria viene Beatificata in S. Pietro il 27 aprile 1947 e Santificata il 24 giugno 1950 da Papa Pio XII in una cornice esaltante di folla. Mamma Assunta è presente a quell’evento straordinario, unico caso nella storia della Chiesa in cui un genitore assiste alla glorificazione della propria creatura.

La casa natale

Poco distante dal centro storico si trova la casa natale di Santa Maria Goretti: una piccola abitazione contadina, di due piani. Al piano terra un ambiente conserva ancora elementi della primitiva stalla, mentre dove era localizzata la cantina è ora presente una piccola cappella dedicata alla Santa.

Al piano superiore si trovano la cucina con al centro il camino e la camera di Luigi Goretti e Assunta Carlini: è qui che il 16 ottobre 1890 nacque “Marietta”, come usavano chiamarla in famiglia. In questa stanza sono conservati mobili originali della famiglia Goretti, tra cui il letto ed il quadro a capoletto.

Cosa visitare nei dintorni

Loreto
Il Santuario della Santa Casa

Fonte Avellana
(Serra Sant’Abbondio)

L’eremo citato da Dante
ai piedi del Monte Catria

Territorio

Itinerario Storico

Una passeggiata intorno e all’interno del Borgo

Per scoprire le mura e tutti i sui complessi di difesa, la storia medievale di Corinaldo e infine i castelli e le fortificazioni presenti sul territorio marchigiano.
Torre dello sperone

Simbolo delle mura di Corinaldo, è una poderosa torre pentagonale alta circa 18 metri, la più alta dell’intero complesso. Fu costruita a difesa del cassero che sorgeva dove ora è la Chiesa del Suffragio. All’interno ospita un sacrario dedicato alle vittime di tutte le guerre. Sulle mura ad est della torre dello sperone, è possibile notare il taglio, eseguito nei primi anni del 1900, per agevolare l’accesso al centro storico dei primi veicoli a motore.

Porta San Giovanni

Si tratta di un imponente complesso costituito da un arco di accesso al centro e di edifici che ospitavano l’abitazione del Bargello (capitano del popolo) ed il corpo di guardia. Conserva inalterati molti elementi di difesa tra cui la “bianchetta”, la piccola porta a sinistra dell’arco che permetteva l’accesso al centro di notte o nei periodi di assedio. Sono inoltre presenti gli alloggiamenti delle travi facenti parte del ponte levatoio, i cardini dei portoni ed i fori, dove venivano inserite le travi per sbarrare il portone. Sulla parete a sinistra dell’ingresso in una nicchia ricavata da una bocca da fuoco si trova un’immagine delle Madonna in cartapesta settecentesca, che gode di una particolare venerazione popolare. Nell’apertura verso il centro, oltrepassato un arco ogivale, è visibile una fenditura dove scorreva una ferrea saracinesca, estrema difesa contro gli assedianti. Girando verso il pozzo del bargello si può raggiungere la terrazza sovrastante l’arco, ove è possibile ammirare un panorama sia del centro sia della campagna. Anche qui sono presenti elementi, quali saettiere, archibugiere, beccatelli, piombatoi e merli, tipici dell’architettura militare del XIV e XV. Percorrendo il giro di ronda a sinistra dell’arco per via dello scorticatore si raggiunge la torre che porta lo stesso nome.

Torre dello scorticatore

Questa torre aveva la specifica funzione di difendere con tiri a raso porta S. Giovanni e soprattutto porta S. Maria del mercato. Dalla sommità è possibile vedere il sottostante sferisterio, o campo per il gioco del pallone con il bracciale, in voga a Corinaldo dall’ottocento sino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Scendendo lungo la ripida stradina, ci si immette in un camminamento, dove è possibile valutare in tutta la loro imponenza le mura di Corinaldo, che qui raggiungono un’altezza di 15 metri. Proseguendo si raggiunge la parte più bassa delle mura, dominate dalla mole di Porta S. Maria del Mercato.

Porta Santa Maria del Mercato

Complesso di difesa costituito da due parti realizzate in due successive epoche: un arco trecentesco a forma ogivale, dal quale si accede alla scalinata di via Piaggia, con epigrafi nelle quali è riportato l’anno di costruzione e un baluardo poligonale con un’ulteriore porta d’accesso perpendicolare a quella precedente, aggiunto nel 1400. Su questa seconda porta sono visibili alcune vestigia del ponte levatoio. Il baluardo costruito a difesa della porta più antica presenta un cortile interno atto a consentire la difesa da chi fosse riuscito a superare il primo arco. Esternamente alla sommità dell’arco, in una nicchia è custodita una immagine di S. Anna patrona di Corinaldo. L’arco del 1400, una volta venuti meno gli assedi, venne utilizzato come fondamenta di una casa da gioco per i nobili di Corinaldo, ingentilendone l’aspetto. Risalendo a sinistra della grande gradinata nel giro di ronda ci si imbatte nella torre di mezzogiorno o torre del Mangano.

Torre del Mangano

Prende nome dalla via omonima e dal Mangano, antico strumento che veniva utilizzato per pressare le stoffe, posizionato in questo punto fino al 1940. Salendo lungo la via si incontra la torre del Calcinaro.

Torre del Calcinaro

In origine a pianta pentagonale e dotata di una consistente scarpa pericolosamente protesa sulla sottostante strada, fu necessario demolirla e ricostruirla, alla fine del 1800, con l’attuale forma, adeguandola alla vicine torri della Rotonda e di Porta Nuova. Salendo ancora si raggiunge la torre della Rotonda.

Torre della Rotonda

La torre della Rotonda, a pianta semicircolare, fa parte dell’addizione rinascimentale iniziata nel 1484 e terminata nel 1490. Affacciandosi dalla terrazza in direzione sud, è visibile l’innesto dei due perimetri murari. Da una grata al centro della terrazza è visibile una stanza da tiro a cupola. Proseguendo, sempre verso il giro di ronda si accede ad un via caratterizzata da una serie di ponticelli che raggiungono le mura, è via dei Landroni.

I Landroni

Si tratta di un corridoio porticato derivato dalla sopraelevazione degli edifici signorili settecenteschi lungo via del Corso. Il percorso è alquanto suggestivo e porta al terzo ingresso al centro storico, Porta Nova.

Porta Nova

È l’ultimo accesso in ordine di tempo al Castello di Corinaldo, realizzato nel periodo rinascimentale. Dentro il torrione è presente una stanza da tiro con cupola; è possibile salire sopra la torre attraverso una scaletta posizionata a sinistra dell’apertura principale. L’arco di accesso venne notevolmente ampliato nei primi anni del novecento per permettere l’ingresso al centro ai primi mezzi pubblici. Uscendo da Porta Nova a destra si accede all’ultimo tratto di mura, quelle di viale dietro le Monache, un suggestivo viale dove sono riconoscibili diverse torri incorporate nei settecenteschi edifici sovrastanti, che comunque conservano bocche da fuoco e tracce di merlature. Il cerchio delle mura si completa in piazza della fontana, sotto l’ex convento delle Monache Benedettine.

Cosa visitare nei dintorni

Gradara
Capitale del medioevo

Mondavio
Capolavoro di architettura militare

i Castelli di Arcevia
Nove castelli, un tuffo nel medioevo

Senigallia
La Rocca Roveresca, una fortificazione tra la città e il mare

Fabriano
Museo della carta e della filigrana

Parco Archeologico città Romana di Suasa
Le radici antiche del nostro territorio

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